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La Calabria ha enormi risorse che vanno utilizzate e sfruttate, prima di tutto bisogna ridare dignità alla regione diminuendo al più possibile sprechi e iniziando una stagione di tagli del superfluo e valorizzando le capacità dei singoli.

Le strutture regionali: i collaboratori scelti con criteri oscuri e privi di trasparenza. Il solito problema calabrese e della politica italiana, l’arte del assicurarsi la rielezione e del farsi molti amici. Se si va ad analizzare i numeri nello specifico, si rischia di rimanere senza parole poiché troviamo cifre a dir poco esagerate per la gestione e i vari staff delle varie e numerose strutture. Sui calabresi e sulle loro casse gravano 3,990 milioni di euro per le spese del personale esterno delle strutture speciali, ma ancora 450 mila euro per l’indennità di struttura al personale delle altre pubbliche amministrazioni comandato nelle strutture speciali e 950 mila euro per le indennità del personale di ruolo del consiglio regionale assegnato alle strutture speciali. Come possiamo notare un esborso e spreco di denaro che caratterizza la pubblica amministrazione non solo calabrese ma di tutta itali. Forse è arrivato il momento di tagliare qualche spesa e di iniziare a risparmiare, poi non chiediamoci come i bilanci regionali sono in rosso. Al sud principalmente le amministrazioni regionali si preoccupano molto di più dello spendere i soldi e non del risparmiare qualche euro che può tornare utile. La domanda mi sorge spontanea: in Calabria forse non sanno leggere o forse non hanno studiato matematica? Proporrei un bel corso di economia per le classi dirigenti e politiche regionali. Se dovessimo guardare ai numeri in generale, i calabresi spendono molto di più per il personale che lavora in consiglio regionale. Per questa voce in bilancio nell’esercizio 2022, sono stati stanziati euro 25.734.102,33. A cui ovviamente vanno ad aggiungersi eventuali premi di produzione.
Ma più che i costi il problema vero riguarda proprio la natura del consiglio regionale. Giunta a Catanzaro e consiglio a Reggio era l’accordo, Nessuno però si aspettava che sarebbe stato applicato così. Sì perché a distanza di tanti anni il consiglio regionale rimane una Repubblica indipendente, come fosse un’amministrazione a parte rispetto alla Cittadella.
Infatti mentre il personale della Cittadella trova il suo vertice nel presidente della giunta regionale, i dipendenti di Palazzo Campanella trovano il loro vertice nel presidente del consiglio. La conseguenza è che mentre a Germaneto ci sono dei dipartimenti drasticamente a corto di risorse (il caso più clamoroso è certamente il Dipartimento Salute), spostare una persona da Reggio Calabria a Catanzaro diventa un’impresa se il lavoratore si mette di traverso.
Qualcuno aveva provato ad eliminare questa situazione raggruppando sia i dipendenti del consiglio che della giunta in un’unica pianta organica. Le cose però non sono andate bene.
Questa situazione porta profonde discriminazioni e privilegi tra dipendenti dello stesso ente, sia sugli emolumenti sia oneri accessori tra cui i criteri per l’individuazione delle posizioni organizzative e alte professionalità.
Eppure per le tante sfide che attendono la Calabria nei prossimi anni, ci sarebbe bisogno di una macchina burocratica ben oleata e soprattutto adeguata alla sfida. La Regione Calabria ora come ora non sembra risponda a questo profilo e ci sono vecchie incrostazioni che appaiono quasi impossibili da rimuovere.
Allora bisogna tenersi i dipendenti della repubblica autonoma del consiglio regionale che sono circa 250 fra cui una decina di dirigenti. 
Che più che qualità rappresentano quantità, ovvero sono i protagonisti principali della maggior parte dello sperpero di denaro pubblico che la regione fa.
Il consiglio ha approvato alcune leggi importanti come quella della fusione fra l’azienda ospedaliera “Pugliese -Ciaccio” con il Policlinico Universitario “Mater Domini”. La pratica è stata approvata in consiglio, ma dopo qualche giorno è incorsa nella reprimenda del dirigente del Ministero della Salute, Andrea Urbani, che ha ricordato come qualsiasi provvedimento che vada ad incidere sul piano di rientro debba preventivamente essere sottoposto al parere del tavolo interministeriale di controllo. Possibile che dopo dodici anni di commissariamento nessuno, negli uffici del consiglio regionale, ne fosse a conoscenza?
Insomma per il Presidente Roberto Occhiuto una delle sfide principali sarà anche quella di razionalizzare il personale che lavora per l’ente, magari senza fare distinzioni fra chi lavora a Catanzaro e chi invece a Reggio.
Bisogna iniziare un processo che porti al risparmio di una parte delle somme spese fino ad oggi ed a un taglio netto dei costi così facendo portare le casse della regione con un po’ di capacità di spesa in più per le esigenze vere. Ricordiamo che la quantità non è sinonimo di qualità. Nella regione non può valere il motto che recita: più siamo meglio, siamo perché qui significa che molti di più mangiano e fin troppi hanno fatto ciò che hanno voluto sulle spalle dei calabresi. Ci aspettiamo dal Presidente Roberto Occhiuto una presa di posizione e una responsabilità che lo porti con coraggio a fare ciò che già da qualche tempo andava fatto. Noi vigileremo. Sempre e comunque dalla parte dei cittadini onesti.

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