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    01

    2019
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Morra: non c’è più tempo. Emiliano Morrone: non bisogna lasciare terreno agli altri

Morra: non c’è più tempo. Emiliano Morrone: non bisogna lasciare terreno agli altri

In una intervista a firma di  Michele Albanese apparsa oggi sul Quotidiano del sud, il Presidente della Commissione Antimafia non nasconde una certa delusione per non essere stato ascoltato, in primavera del 2018, da Luigi Di Maio al quale aveva chiesto di esaminare un progetto elaborato assieme agli attivisti.

“Oggi siamo in estremo ritardo”, in sintesi il pensiero di Nicola Morra, il quale, anche grazie al suo ruolo, conosce bene le dinamiche che attanagliano la Calabria e quali enormi difficoltà risiedono in un progetto elettorale che richiedeva tempi adeguati per poter sperare in un risultato vincente.

Le sue preoccupazioni, Morra, le aveva espresse e motivate in una riunione regionale con gli attivisti tenutasi il 19 ottobre a Cosenza.

In un post su Facebook, Emiliano Morrone, giornalista e collaboratore di alcuni portavoce calabresi, ha voluto esprimere la sua contrarietà rispetto alle dichiarazioni di Morra. 

Ne riportiamo integralmente il testo.

“Le elezioni regionali sono più difficili, in Calabria. Lo dico per esperienza diretta: nel 2010 mi candidai da indipendente nella lista dell'Italia dei Valori e, malgrado la mia storia di impegno sul territorio, non venni eletto. Nello specifico devi chiedere il voto alla tua gente, che nel frattempo è stata raggiunta da altri: con la promessa di un aiuto, un posto, un favore. Non basta l'onestà, la preparazione, la lotta civile e sociale costante. Questo non significa, però, che devi lasciare terreno agli altri, che devi rassegnarti a subire la politica dei soliti noti. Io ho stima di Nicola Morra, intanto perché è una persona colta e ha una formazione filosofica. Non comprendo ancora, però, sua questa posizione di tirarsi fuori, questo suo voler "saltare il turno". Lo dico con rispetto e con spirito democratico. Proprio perché la Calabria è nell'abisso, non la si può fare sprofondare ancora di più. Il presidente della commissione Antimafia ha ragione, quando afferma che il Movimento 5 Stelle, le cui regole - per inciso - escludono la mia candidatura, è in forte ritardo rispetto all'appuntamento delle Regionali. Però nel merito bisogna capire se non ci sono più i tempi o se è ancora possibile puntare su quanti nella nostra terra hanno lasciato un segno, un esempio di azione in senso lato politica. A me, che non sono candidabile con 5 Stelle, dispiacerebbe se non si presentasse una forza politica, il Movimento, che in Calabria ha dato ascolto e tutela a tantissimi cittadini abbandonati, vittime di ingiustizie e soprusi. Le denunce puntuali di alcuni esponenti di questo movimento sono state molte e pesanti negli anni, al netto delle doglianze sistematiche di taluni simpatizzanti, che spesso confondono i parlamentari con i consiglieri regionali o comunali. Certamente ci sono stati errori, umani e dunque a un certo punto comprensibili. Niente e nessuno è perfetto. E riconoscere umilmente i propri errori è indicativo di una personalità matura. Fatemi dire una verità: ci sono rappresentanti 5 Stelle che con coraggio hanno messo a nudo un intero sistema e che hanno lottato con tutte le forze e i mezzi disponibili a favore della legalità e della giustizia sociale. Le loro battaglie non sono state inutili: intanto hanno dato un segnale, tenuto conto che la burocrazia italiana è dominante. Dal canto mio penso di poter dire d'aver dato un buon contributo, ben al di là del mio ruolo professionale e sempre privo di interessi personali. Ora, e non parlo a nome del Movimento, che in quanto non eletto non posso rappresentare, si tratta di scegliere: se provarci o se ritirarsi. A mio parere farebbe bene alla democrazia, se 5 Stelle avesse una propria rappresentanza in Consiglio regionale. Lo direi per ogni forza politica, in considerazione del fatto che so quanto nei decenni certe postazioni siano state in Calabria colonizzate e blindate, con tutte le conseguenze che sappiamo. Non dubitate della mia oggettività: ho molti difetti, ma non sono intellettualmente disonesto. Credo che si debba ritornare ad una sana dialettica politica, senza più la diffusa superficialità che deriva dal prevalere dell'istinto e della rabbia in tante discussioni sui più svariati argomenti. Tranquilli che non tiro acqua al mio mulino. Ho qui ripetuto che per le regole del Movimento io non sono candidabile. Se scrivo queste riflessioni è perché, indipendentemente da me, non vorrei che si perdesse tutta un'esperienza di lotta per l'emancipazione della società calabrese. Lo dico anche con un certo distacco, peraltro avendo finora badato a numerose questioni concrete, piuttosto che a volantinaggio o a pensieri, gesti virtuali, e sapendo, mio malgrado, di non poter essere della partita con il Movimento. Cui, come altri, penso ai dottori Scaffidi e Laino, ho dedicato energie intellettuali, passione e tempo, senza battere cassa e senza recriminare."

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