La Disabilità e la rincorsa agli assistenti "dimenticati"
Il tema della disabilità continua ad essere uno dei più difficili da affrontare nel nostro sistema scolastico. Anche se esiste una normativa che esige la piena inclusione scolastica, sono evidenti e persistenti da tempo varie criticità. I problemi sono molteplici e vanno dalla insufficiente assistenza in classe, alla presenza di barriere architettoniche, alla carente formazione degli insegnanti di sostegno, agli inadeguati e talvolta assenti servizi di supporto. Nel frattempo nelle scuole italiane aumentano il numero degli alunni disabili.
Gli alunni disabili presenti negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 259.757, sul totale di una popolazione scolastica di 7.599.259 allievi .In Calabria gli allievi in questione sono così distribuiti: nella scuola dell’infanzia 745, nella primaria 2.782, nella scuola media di primo grado 2.920, nelle scuole superiori 2.469
Gli allievi portatori di handicap nelle scuole della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 2.858,59 in più rispetto all’anno scolastico precedente .Gli Assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono operatori specializzati previsti dalla legge 104 del febbraio ’92 finanziati dagli enti locali, operano attraverso modalità di intervento differenziate in base all’alunno. Gli Enti Locali hanno inserito così nella scuola queste figure e altre come Personale Educativo Assistenziale (PEA), Operatori Socio Educativi (OSE), Assistente Educativo Culturale (AEC), Assistenti alla Comunicazione (ASCO), Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM).Nonostante la delicatezza dell’argomento ci sono delle criticità, una di queste è la “discontinuità” nel rapporto con l’alunno a causa dei numerosi cambi d’insegnante, cambi spesso causati dalla totale disorganizzazione degli enti locali nel gestire questo servizio, impedendo così di instaurare un rapporto di fiducia con il bambino, parte fondamentale per una corretta integrazione scolastica dell’alunno disabile Nella stragrande maggioranza dei casi, gli assistenti svolgono lo stesso lavoro degli insegnanti di sostegno, ma i loro contratti sono precari e a tempo determinato. Vengono assunti a settembre e licenziati a giugno. Non hanno le ferie o le malattie pagate, eppure seguono gli alunni che gli vengono affidati con passione e dedizione. Per il sevizio, il Governo mette a disposizione 22€ l’ora, gli enti locali ne danno 15€ alle cooperative e agli assistenti arrivano 7,68€.
Un servizio questo, esternalizzato, gestito dagli enti locali che mantengono solo la funzione di controllo, scaricando la responsabilità civile e penale sulle cooperative sociali con appalti al ribasso. Gare d’appalto oltretutto, che spesso partono ad anno scolastico inoltrato, sempre grazie agli enti locali. Tutto ciò comporta l’impossibilità di accesso agli ammortizzatori sociali e di non arrivare alle 12 mensilità complete, con l’ovvia ripercussione anche sui contributi pensionistici. Si tratta praticamente di cottimo non venendo retribuiti neanche nel momento in cui lo studente risulta assente. Si riuscirà mai a stabilizzare queste figure che assistono giornalmente i bambini disabili in tutta Italia? Se vogliamo tutelare davvero i disabili dovremmo anche iniziare tutelando e stabilizzando chi ogni giorno è al servizio dei bambini disabili.