• ott

    30

    2019
  • 208
Fusione dei Comuni , perché?

Fusione dei Comuni , perché?

Lido Lanza, un attivista di Cetraro, ci ha fornito un contributo per analizzare la legge che regolamenta la fusione dei comuni. Buona lettura

Uniti si è più forti, motto sportivo e militare ma anche economico e sociale, usato molto per politiche di sviluppo di imprese private, le fusioni bancarie degli ultimi 20 anni ne sono un esempio, ma anche di imprese pubbliche, quale é la fusione dei comuni. Non è storia recente l'origine dello strumento di fusione fra comuni e non credo interessi al lettore sapere che risalga al 1990 legge 142 e poi al TUEL, credo invece interessi il perché delle fusioni.

Ebbene, per tracciare questo tema, non posso esimermi dal sottolineare un dato importante e cioè che i comuni sono stati il livello di governo a cui è stato caricato l'onere maggiore del risanamento dei conti pubblici nazionali. Il finanziamento dei comuni da parte dello stato centrale ha subito una forte contrazione, nel periodo dal 2011 al 2016 le risorse trasferite ai comuni dallo stato centrale sono state ridotte di 8,3 miliardi di euro, praticamente dimezzando i trasferimenti.

La Calabria in particolare ha subito una riduzione del 35% delle già esigue risorse di cui beneficiava passando dai 627 milioni del 2010 ai 220 del 2016.

Intanto si attivava la macchina tributaria locale, necessaria per sostituire i mancati introiti da trasferimento con i tributi e balzelli vari locali, che ha condotto l'autonomia finanziaria dei comuni ad una costante crescita, almeno numerica ma non finanziaria, perché l'accertamento dei tributi posti a bilancio come voce attiva non ha sempre trovato una corrispondente entrata finanziaria di cassa, data la fortissima evasione locale.

A questo punto l'erogazione dei servizi locali ha iniziato una lenta ma inarrestabile riduzione, i comuni non sono stati più capaci di garantire gli standard adeguati dei servizi resi, nè in termini quantitativi nè qualitativi. Ed ecco che dal 2016 la nostra bella Italia non è più la nazione degli 8000 comuni; si riducono anno per anno scendendo ben presto sotto la soglia dei 7900 grazie alle varie fusioni di comuni.

Proprio perché non possono più soddisfare le esigenze dei cittadini devono ricorrere ad un lavoro di squadra, la fusione con comuni vicini attiva una maggiore capacità finanziaria, oltre a garantire l'opportunità di assumere importanti trasferimenti aggiuntivi da parte dello stato centrale, grazie al fondo istituito centralmente a favore delle fusioni.

Nel 2018 si ha una vera e propria impennata delle fusioni, con cifre importanti delle quali però i calabresi non hanno potuto beneficiare se non che in minima parte grazie alla nascita del nuovo comune di Casali del Manco, mentre la quasi totalità delle somme sono state assorbite dalle regioni quali Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna; le stesse che oggi pretendono l'autonomia dallo stato centrale. Dopo essersi rafforzate finanziariamente al loro interno vogliono oggi assumere autonomia fiscale, affinché i soldi restino nel loro territorio e non vadano a finanziare il famoso fondo perequativo, con il quale si vorrebbe mantenere una equa distribuzione finanziaria fra i cittadini.

Inoltre, queste regioni si sono dotate di leggi regionali con il preciso intento di stimolare e sviluppare le fusioni nei loro comuni, anche con fondi specifici regionali. La più interessante è la legge regionale emiliana che prevede l'istituzione di un gruppo di lavoro per lo studio di fattibilità delle fusioni a supporto dei comuni.

La legge regionale calabrese è la 15 del 24.11.2006, scarna e sterile, ha generato solo due fusioni oltre a quella di Casali del Manco, infatti la città di Corigliano Rossano è la seconda fusione calabrese ma è anche la più importante realizzata in Italia per i numeri che rappresenta.

Ebbene la riforma di tale legge regionale è oggi necessaria e deve essere decisamente proiettata alla creazione di un gruppo di lavoro presso la Regione Calabria, a costo zero ovvero senza dare incarichi esterni, per gli studi di fattibilità e deve puntare alla creazione di un fondo speciale per le fusioni dei comuni.

Senza tale intervento i piccoli comuni calabresi sono destinati ad estinguersi senza tregua perché troppo onerosi e poco generosi verso i propri abitanti.

Ultimi articoli
Categorie
Archivi
Tag