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Assemblea del 4 Maggio 2019

Assemblea del 4 Maggio 2019

RESOCONTO ASSEMBLEA 4 MAGGIO 2019

Rispetto al 1° punto ORGANIZZAZIONE NAZIONALE l’assemblea così si è espressa:

È unanime la necessità di nominare dei referenti nazionali che devono dialogare con i portavoce. Secondo una proposta sarebbe auspicabile che ogni delegato sia responsabile per materia. Un attivista sottolinea che le tematiche devono essere espressione viva dei fabbisogni e aspirazioni locali, pertanto esse devono essere indicate dai comitati e dagli stessi referenti.

C’è chi suggerisce che i Portavoce nominino fra loro 3 rappresentanti che obbligatoriamente, ogni mese, raccolgano le istanze provenienti dal territorio ed ogni 12 mesi relazionino, via Rousseau o attraverso assemblee permanenti regionali, sulle attività che hanno svolto per risolvere le problematiche. Quanto al numero dei referenti, c'è chi suggerisce di adottare il criterio del numero di abitanti o quello del territorio più bisognoso di attenzione.

Sulle modalità di nomina c’è chi suggerisce che siano eletti dai rappresentati regionali e chi preferisce vengano eletti tramite la piattaforma. Un attivista suggerisce una votazione mista dettata dalla necessità di ancorare la volontà dei delegati al territorio: votazione in sede di comitati e in sede Rousseau con una prevalenza, da esprimere in percentuale, del voto presso i comitati. Un altro attivista propone che i referenti vengano nominati dal capo politico e che l'incarico abbia la durata massima di un anno, rinnovabile più volte. Inoltre è stato sottolineato di vietare il cumulo di incarichi.

Nel corso della seduta è stata presentata la possibilità di istituire:

1) un coordinamento nazionale composto da uno/due tra i vari coordinatori regionali oltre ad una delegazione di portavoce con i seguenti compiti:

-fungere da collegamento tra le realtà territoriali e il vertice del movimento; -discutere e valutare le azioni da supportare a livello governativo e parlamentare;

2) un Comitato direttivo nazionale, composto da un Portavoce e consiglieri nazionali, votato dagli iscritti on line e suddiviso per gruppi tematici, che lavori sulla base di un programma di iniziative politiche, redatto su Rousseau;

3) “gruppi di lavoro istituzionali”, composti dai portavoce eletti nelle istituzioni e suddivisi per aree tematiche, con il compito di accogliere le proposte e le istanze degli iscritti ed elaborare gli interventi e le azioni politiche da intraprendere, allo scopo di incoraggiare il lavoro di gruppo, evitando iniziative autonome e coinvolgendo tutti i cittadini nella vita politica;

4) una segreteria politica con funzioni decisionali e di guida politica. Quanto alla possibilità di istituire segreterie o strutture simili, qualcuno esclude categoricamente questa ipotesi.

 Taluno ha espresso la necessità di migliorare lo staff della comunicazione centrale intensificando l’informazione con un format che potrebbe chiamarsi “5 stelle informa". Inoltre occorre regolamentare le chat e le pagine facebook riconducibili al Movimento, per evitarne l’uso distorto.

In molti si sono espressi sulla necessità di sopprimere la figura del capo politico, altri invece la ritengono una posizione valida.

Si è prospetta la possibilità di aumentare il numero dei probiviri a 5 di cui 2 eletti su proposta del garante e 3 su autocandidatura in 3 collegi (nord, centro, sud e isole) tra persone che abbiano completato almeno un mandato.

Alcuni ravvisano la necessità di controllare periodicamente (ogni mese o ogni 2 mesi) l’operato del portavoce attraverso una relazione sull’attività svolta e le risposte alle istanze dei cittadini prevedendo che, qualora risultino attuati comportamenti in contraddizione con i principi del Movimento, i cittadini possano richiedere il Recall del portavoce.

Rispetto al 2° punto ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE/REGIONALE:

Gli intervenuti hanno proposto varie soluzioni riguardanti il referente regionale,

prevedendo inoltre:

REFERENTI PER MICRO AREE quindi circoscritti a determinati territori (esempio: n.3 referenti Cosenza e Presila, n.3 Corigliano e Ionio etc.), eletti tramite delle sezioni locali dedicate di Rousseau, in carica per 6 mesi, con il compito di organizzare e coordinare le attività politiche da svolgere e di iniziare un percorso di “formazione” politica all’interno delle proprie aree di competenza e nei confronti degli attivisti a cui fanno riferimento.

REFERENTI TEMATICI che verranno coordinati dal referente regionale e si occuperanno di varie tematiche quali: Infrastrutture, Acqua, Rifiuti, Sanità, Sociale, Rapporti con le amministrazioni locali di altri partiti. Questi si interfacceranno con i portavoce nelle commissioni corrispondenti.

L'assemblea ritiene che il referente regionale debba avere compiti di organizzazione e di responsabilità su iniziative locali, mantenere contatti diretti con portavoce di ogni livello, quindi aiutare i portavoce a vari livelli a comunicare tra loro per l'organizzazione di eventi sul territorio regionale. Il referente ha diritto di usare il logo del m5s, ha diritto di parlare alla stampa come portavoce locale del m5s, ha diritto di interfacciarsi continuamente con i portavoce eletti e convocarli nelle assemblee locali cittadine almeno ogni 3 mesi. Il referente si occupa dell’organizzazione delle competizioni elettorali, soprattutto delle elezioni regionali ed amministrative e di tutti gli iter burocratici per la presentazione delle liste, in modo da fornire ausilio ai MeetUp territoriali. In particolare, è il referente regionale che riconosce i gruppi territoriali di ogni comune concedendo loro la possibilità di utilizzare il simbolo, anche al di fuori delle competizioni elettorali. Il referente avrà, altresì, il compito di accogliere e vagliare i documenti necessari alla certificazione delle liste (la conoscibilità diretta tra attivisti è importante ed oggi è assente), di dirimere eventuali controversie sui territori, provando ad evitare che nascano gruppi contrapposti nello stesso Comune.

Rispetto a tale figura, più attivisti hanno suggerito di sceglierla tra gli iscritti tramite una votazione condivisa e secondo alcuni la durata dell’incarico non deve essere superiore a 2 anni o al massimo rinnovabile una sola volta. Inoltre, alcuni intervenuti hanno proposto che il numero dei delegati sia da 1 a 3 in base alla grandezza della regione. C'è invece chi suggerisce 3 delegati per Regione e 5 nelle regioni più grandi. Una proposta suggerisce una procedura per verificare l’affidabilità del soggetto attraverso un colloquio con una commissione regionale composta da 5 membri scelti dal nostro capo politico tra attivisti e parlamentari uscenti. Altra proposta prevede che ogni iscritto esprima la propria preferenza su Rousseau, scegliendo i profili dei Portavoce affiancati dai curricula e dalle attività parlamentari svolte. C'è chi, al contrario, ritiene, che il delegato regionale non debba assolutamente essere un Portavoce. Altra proposta ancora indica come possibili referenti i sindaci e i consiglieri comunali.

Nel corso del dibattito, un intervenuto ha proposto di inserire le figura di:

ATTIVISTI ANIMATORI: cittadini motivatori scelti dal Capo politico, all’interno di una rosa di 5/10 nomi individuati dagli iscritti su Rousseau, con il compito di raccogliere idee, proposte, istanze e far conoscere i principi del MoVimento, oltre ad animare gli incontri con i nostri principi. Tale compito dovrebbe essere svolto a livello comunitario (collegio senatoriale) per massimo 2 anni.

Sono giunte anche proposte per costituire dei COMITATI TERRITORIALI, degli SPAZI FISICI su base regionale e possibilmente provinciale dove gli attivisti potranno incontrarsi e discutere ed eventualmente tenere sessioni di presentazione di progetti all’attenzione dei referenti, commissioni su base regionale o provinciale per affrontare specifiche tematiche o progetti, PUNTI DI INCONTRO UFFICIALI (PDI) permanenti, con delle regole, dove le persone possano incontrare e discutere in maniera diretta con il Portavoce Nazionale e con i propri consiglieri dei problemi della loro “Comunità”. Questi punti di incontro devono organizzarsi autonomamente, ma seguendo le “direttive” ufficiali dello Staff Nazionale o Regionale, tramite una sorta di “statuto standard dei gruppi territoriali”. Si ipotizza che i gestori di tali Punti di incontro siano manager- amministratori, dotati di capacità organizzative e gestionali, in grado di trasmettere le proprie competenze ai successori. I portavoce locali e nazionali, potranno e dovranno interloquire con tutti gruppi/aggregazioni facenti capo al PDI al fine di recepire le esigenze del territorio ed i referenti nazionali dovranno verificare l’andamento dei Pdi.

Un attivista sottolinea che il comitato regionale/provinciale dovrebbe porsi come figura di superamento delle eventuali diatribe, assicurando l’elezione democratica dei membri dei vari comitati locali (meetup).

Molteplici sono le proposte relative alla costituzione di GRUPPI DI LAVORO (GDL)

che agiranno su singole tematiche coordinandosi con gli altri GDL presenti negli altri PDI territoriali.

Al fine di poter coordinare i lavori fra i territori, è stato suggerito di creare una piattaforma informatica fra i PDI che possa dare la possibilità ai Membri dei GDL di coordinare gli eventi ed agire di concerto fra loro, tramite la creazione di chat tematiche sui singoli lavori, o redazioni dove vengono pubblicate le attività in itinere e quelle già concluse (esempio: Strumento WorkPlace di Facebook, per poter svolgere tali attività).

Un proponente indica la possibilità di costituire un NUCLEO DI COOORDINATORI divisi per tematiche che daranno supporto tecnico e logistico agli attivisti territoriali, organizzati in meetup o punti d'incontro e raccordarsi con i Portavoce che territorialmente insistono sul territorio a livello comunale, regionale e parlamentare. Viene inoltre raccomandato di fissare UN’ASSEMBLEA PERMANENTE REGIONALE, tipo Meetup Day, ogni 6 mesi per fare un punto sulle attività dei PDI e GDL.

Un ulteriore punto di discussione durante l’assemblea tenutasi il 4 maggio scorso è il ruolo dei MEETUP. È stato proposto che l’iscrizione possa essere aperta a tutti coloro che sottoscrivono lo statuto, codice etico del Movimento e regolamento del MU e dovrà essere ratificata dagli organi del MU.

C’è chi propone di superare i Meetup e creare una lista di attivisti disponibili alla candidatura scelti almeno 3 anni prima delle elezioni in modo tale che i futuri candidati siano già conosciuti almeno dai referenti territoriali. E c’è chi considera IL RUOLO DEI MEETUP centrale ma questo non può essere lasciato in mano a collaboratori parlamentari o organizer che gestiscono in maniera chiusa e solitaria ogni tipo di attività o ne controllano la comunicazione all’esterno rendendosi portavoce di pochi. C'è inoltre chi propone di tornare ad un confronto sistematico e periodico tra attivisti cittadini e portavoce, prevedendo un ritorno nelle piazze senza dar modo di legittimare meetup o altre organizzazioni strutturate gerarchicamente. Una proposta prevede di rafforzare la collaborazione tra i MU per garantire una rete di collegamento ed interlocuzione tra gruppi della stessa regione e circoscrizione, oltre a stabilire un calendario di incontri almeno mensili ed itineranti tra referenti ed attivisti per fare il punto sulle attività svolte da ogni gruppo.

In un intervento si è ipotizzato di sottoporre anche i Meetup al giudizio dei cittadini.

C’è chi propone di regolamentare le funzioni e la composizione dei Meetup:

-diritto di voto interno dopo 6 mesi;

-votazioni interne per decidere linee politiche locali e proposte da inoltrare a portavoce; -riunioni trimestrali con eletti in parlamento, consiglio regionale e, su richiesta dei meetup, sindaci e consiglieri comunali della regione, allo scopo di permettere un continuo confronto e dialogo tra l’attività sul territorio e quella svolta a livello parlamentare e governativo;

-possibilità dell'assemblea dei meetup di deferire al collegio dei probiviri, al garante e al capo politico, gli eletti;

-ogni meetup elegge un referente con diritto di voto e precedenza negli interventi nell'assemblea regionale o nazionale (fermo restando il voto degli iscritti online);

-monitorare le varie problematiche che emergono sul territorio e farne oggetto di discussione/valutazione e di iniziative politiche;

-interagire con le diverse realtà politico/associative presenti sul territorio facendo da collante tra il movimento ed i cittadini.

Quanto alla composizione, si fa presente che ogni MU dovrebbe essere composto da un organo collegiale formato da attivisti regolarmente eletti che avranno il compito di rappresentanza e di coordinamento sia con gli altri MU che con i portavoce del territorio.

È stato inoltre segnalato che rispetto all’organizzazione interna del MU si dovrebbe procedere per aree (politica, logistica e comunicazione) e gli incarichi dovrebbero avere una durata temporale predeterminata.

Da ultimo, si segnala la proposta di creare una scuola di Formazione: dovrà essere avviata una vera e propria scuola di formazione “civico-politico e amministrativa” per formare i futuri amministratori locali, i cui componenti dovranno essere regolarmente eletti tra gli attivisti.

3) ELEZIONI E LIMITE DEI MANDATI

- Limite mandati: sull' argomento la maggioranza dell’assemblea si è espressa a favore

della non considerazione dei mandati di consigliere comunale per le candidature legislative e c’è stato chi ha proposto un limite dei due mandati in senso progressivo (esempio: un rappresentante di municipio, potrà candidarsi dopo due mandati al comune o ad un organo superiore; un consigliere comunale potrà farlo in regione o al parlamento; un consigliere regionale al parlamento nazionale o europeo; un parlamentare solo al parlamento europeo; in definitiva, per il mandato relativo a funzioni omogenee dovrà sempre scattare il limite dei due mandati), e chi ha ritenuto

     

di specificare che la revoca ai due mandati per la carica di consigliere comunale è prevedibile, salvo venga modificato l’attuale sistema di rimborsi a gettoni di presenza e fissando il limite dei mandati a 3 completi o a 15 anni prolungati fino al termine di decadenza dell’ultimo mandato. A riguardo c’è chi ha suggerito di portare il limite di 3 mandati a livello comunale (consigliere nei comuni sotto i 100.000 abitanti e sindaci sotto i 20.000 abitanti) e di 2 ai livelli superiori commutabili in 2 mandati ulteriori a livello comunale.

Un attivista ha ritenuto che sia sempre necessaria la regola del limite dei due mandati per il concetto uno vale uno, condivisa da un altro che ha ribadito che il tema dei due mandati non dovrebbe essere messo in discussione. Inoltre, qualche attivista ha suggerito di riconoscere un “valore aggiunto” nel curriculum del portavoce che intende al termine del mandato candidarsi ad altri tipi di elezioni. Per chi, invece, non è stato eletto, dovrebbe valere la regola per cui solo chi si sia già candidato alle elezioni amministrative, potrà candidarsi ad elezioni di altro livello.

-Elezioni: per questo tema le proposte sono state variegate. C’è chi ha evidenziato che per coinvolgere maggiormente i cittadini sulle scelte e sulle candidature, occorre allargare la platea di coloro che sono chiamati a scegliere i candidati, consentendo anche ai simpatizzanti di esprimere le loro preferenze. Alcuni ritengono utile promuovere alleanze elettorali e contratti di governo con soggetti e liste elettorali costituite per portare avanti istanze e battaglie specifiche sul territorio che non siano in contraddizione con i principi e le regole del M5s, consentendo così anche a coloro che non fanno parte della lista del M5s di dare il proprio contributo a partire dal livello locale e regionale.

Durante l’assemblea, alcuni attivisti hanno proposto anche delle soluzioni per risolvere il palese svantaggio di lottare con una singola lista: 1) cambiare la normativa nazionale per cui ogni coalizione deve essere composta da massimo 2 liste; 2) valutare la possibilità di coalizioni con le liste civiche (massimo 2/3) che affianchino la lista certificata dal blog nazionale del M5S, fissando però alcune regole nazionali comuni. Taluno evidenzia che nel caso di elezioni amministrative, però, le alleanze non possono essere costituite ex post, ma ex ante rispetto alla tornata elettorale. Il modo migliore, dunque, è firmare dei pre-contratti elettorali, approvati dai gruppi locali e dai delegati regionali.

Secondo un attivista, l'apparentamento potrebbe essere realizzato solo su base regionale, con liste civiche formate da persone che incarnano le caratteristiche che attualmente deve avere un candidato del M5S secondo il Codice Etico.

Qualcuno ha precisato che in occasione delle elezioni comunali, l’apertura alle liste civiche avvenga a patto che il candidato sindaco sia scelto dal meetup locale e che sia iscritto al Movimento 5 Stelle nazionale.

L'apparentamento in alcuni casi è ritenuto lontano dal nostro ideale politico in quanto il sistema delle coalizioni è stato creato per aumentare il controllo del voto ed alimenta

 

la corruzione. Il NO è secco alle liste civiche che mascherano i partiti tradizionali (facilmente riconoscibili da parte di chi conosce il territorio).

In linea generale l’apparentamento è stato considerato opportuno solo quando:

-il progetto politico sia coerente con quello della lista “Movimento 5 Stelle”; -l’associazione firmi un documento programmatico comune;

-il programma politico stipulato sia inviato per verificare l’uniformità rispetto ai principi ed ai valori del Movimento;

-i membri della lista apparentata abbiano gli stessi obblighi della Lista 5 Stelle (esibire il proprio casellario giudiziale, non aver concorso in alcuna competizione elettorale contro il Movimento 5 Stelle - eccetto aver concorso con liste civiche-).

Su questo ultimo punto un altro proponente sottolinea, invece, come non si possa obbligare un potenziale alleato a rispettare le nostre regole (stringenti) su indagini in corso e limite dei mandati.

In alternativa viene proposto di creare:

- Liste Civiche completamente Pentastellate poiché il limite di 24 Membri all’interno della singola Lista (nelle amministrative) lascia fuori diversi attivisti.

-Liste civiche che richiamino la lista Ufficiale composta da membri iscritti a Rousseau e da cittadini che per svariati motivi non sono iscritti a Rousseau, ma che condividono le idee del Movimento.

 Una ulteriore proposta a riguardo suggerisce che il percorso per la composizione delle

 liste comunali e regionali, deve iniziare almeno 1 anno prima delle previste elezioni, attraverso la raccolta delle candidature, la scelta dei candidati a sindaco o presidente di regione. Un proponente ritiene che sia necessario prevedere regole più stringenti per la scelta dei candidati (esempio: vecchi politici, dirigenti nominati dalla vecchia politica).

4) UTILIZZO DELLA PIATTAFORMA ROUSSEAU

La maggior parte degli intervenuti ritiene quale principale problema la mancanza di trasparenza, suggerendo pertanto la pubblicazione del bilancio, una certificazione dei voti da parte di un notaio e una dimostrazione di come vengono utilizzati i soldi donati dai portavoce alla piattaforma. Taluno sottolinea che l'area del voto dovrebbe essere mantenuta distinta dalla piattaforma Rousseau.

Alcuni attivisti segnalano che nonostante la piattaforma sia troppo onerosa spesso vi siano vari disservizi.

Taluno sottolinea la necessità di rendere la piattaforma Rousseau di più facile accesso anche da parte di coloro che non hanno specifiche competenze informatiche. Mentre un attivista evidenzia la necessità di creare delle App per smartphone e tablet e di

migliorare le procedure di iscrizione mediante la semplificazione del caricamento delle foto e dei documenti d'identità.

Alcuni suggerimenti prevedono di potenziare la funzione call to action: ogni volta che gli iscritti propongono un evento, la piattaforma dovrebbe mandare una comunicazione agli iscritti della zona interessata.

Altri suggerimenti prevedono di creare una sorta di pagella per gli iscritti tale da consentire in caso di candidature di riconoscere le attività svolte sul territorio, di suddividere il servizio in area nazionale ed aree territoriali (coordinate dai referenti locali), di creare sezioni per temi che saranno quelli emersi dai presidi territoriali e visionati dai rappresentanti nazionali, di permettere a cittadini e attivisti di proporre sulla piattaforma domande su temi politici, di presentare PDL, di raccogliere le firme per modifiche dello statuto online, di votare questioni cruciali sui programmi elettorali, non solo quelli relativi alle elezioni politiche ed europee, ma anche quelli concernenti le elezioni regionali ed amministrative, di votare su Rousseau anche in merito alle restituzioni dei Portavoce e ad altre eventuali destinazioni, sopraggiunte a seconda delle urgenze (ad esempio, ricostruzioni dovute a calamità naturali o ausili economici diretti alle fasce più deboli), sempre su proposta del capo politico del M5S.

Ulteriori suggerimenti riguardano la previsione di uno spazio per ogni gruppo territoriale e/o regionale all’interno del quale rimettere tutte le votazioni inerenti ai passaggi decisionali, la previsione di percorsi formativi su tematiche civiche, tecniche, tecnologiche, giuridiche ed amministrative. Gli attivisti che hanno proposto di creare punti di incontro territoriali propongono che 300 euro delle donazioni dei parlamentari alla piattaforma Rousseau vengano utilizzate per sviluppare e potenziare i punti d'incontro.

I punti di incontro così potranno avere Wi-Fi libero, postazioni Tablet, ove, in prossimità delle votazioni, i gestori territoriali dei punti d'incontro promuovono i temi oggetto di voto, sensibilizzando le persone sul territorio ed offrendo la possibilità di poter votare anche in Sede.

Alcuni hanno segnalato che sarebbe necessario attraverso i MU filtrare le richieste di iscrizione alla piattaforma per consentirla solo a chi fa politica attiva ed è conosciuto nel Movimento per evitare usi impropri per elezioni e votazioni, nonché escludere gli iscritti che hanno commesso atti illeciti documentate attraverso casellario giudiziale per reati di grave entità.

Si prospetta anche per i referenti nazionali il meccanismo del Recall.


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